Il Tempo, in sé fluire di momenti transeunti che vanno accolti, si apre a un "oltre" custode Eterno di valori trascendenti che vanno abitati. Vicende e realtà tendono alla suprema fusione nell'infinita Totalità, anima di ogni Speranza.
LA POLITICA TRA POTERE E SERVIZIO
Pubblicato su Affaritaliani
martedì, 21 aprile 2015
Renzi e Pisapia due esempi, o meglio due modelli d'intendere e fare politica. Da una parte la politica di un governo che s'affanna a fare tutto, in fretta e quasi sempre da solo; dall'altra la politica di due persone che agiscono con prudente pazienza e con tempi ritmati....
Il mondo intero assiste attonito alle tragiche vicende che accadono nelle acque del Mediterraneo, in cui restano inghiottite innumerevoli vite di esseri umani , in fuga dalla morte e in cerca della vita, non sapendo di andare incontro a un'altra forma di morte ugualmente tragica e sempre causata dalla spietata crudeltà di alcuni uomini malvagi.
Di fronte a quest'immane sciagura risalta ancor di più la dimensione modesta della politica interna italiana di questi ultimi tempi, inaspettatamente e fortunatamente, però, riscattata da qualche sparuta nobile scintilla di decoro etico e di virtù morale.
Ignoti motivi sembrano costringere il governo italiano ad approvare con assoluta urgenza una legge elettorale, invocata come indispensabile per il Paese, anche se in verità si fatica a vederla come contributo opportuno per la vita reale dei cittadini, palesemente bisognosi di ben altro. Pur di raggiungere il traguardo, comunque, il premier-segretario annuncia, tramite gli incaricati del suo partito, che nell'iter d'approvazione di questa legge importante per l'Italia e fondamentale per la vita del suo governo, saranno soppresse tutte le voci non in sintonia con la sua: Infatti, in commissione Affari Costituzionali saranno sostituiti tutti i dieci commissari della maggioranza non disponibili a votare secondo il suo volere: questo perché egli con i suoi è convinto che la legge da lui predisposta pone fine alle vecchie "grandi accozzaglie" e che soprattutto "elimina il potere di ricatto".
Stupisce che non gli sfiori la mente che le repressioni anche solo politiche non sono mai atti di democrazia politica e di liberalità civile, anche quando esse vengano fatte con i guanti di velluto e in ipotizzato nome della "gente che le vuole"; e maggiore meraviglia nasce quando egli, benché da giorni abbia già minacciato di ricorrere nelle Aule Legislative al voto di fiducia per l'approvazione di questa legge elettorale, sostiene che si farà ciò, in quanto solo così "il potere di blocco viene superato". Ovviamente per disincagliare la vita democratica in Italia: la diversità di opinione convertita in tradimento politico e il confronto libero respinto come "blocco" impediente!
A questo punto fanno davvero riflettere le reazioni di alcuni membri dello stesso partito del premier, che annunciano "una reazione molto severa", e fanno pensare anche i giudizi espressi a caldo da alcuni esponenti politici dell'opposizione, che denunciano: "la sostituzione di 10 membri di Commissione che evidentemente non la pensano come il segretario del partito e premier, Matteo Renzi, - esclama sbalordito l'onorevole Brunetta - e' una cosa assolutamente mai vista… E' aberrante, e' antidemocratico, e' anti regolamenti parlamentari".
Clima politico indubbiamente intempestivo e inopportuno, che turba e offende il comune sentire di queste giornate. Rasserenato, per fortuna, dalla luce offerta da alcuni atteggiamenti di ragionevolezza umana e di contegno politico esemplare. Al primo pomeriggio di domenica scorsa (19 aprile), infatti, le giornaliste Lucia Annunziata e Arianna Ciccone intervistavano nella Sala dei Notari a Perugia il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia , il quale, confermando la sua decisione di non ricandidarsi più, sollecitato e pungolato dalle domande di chi lo intervistava, dichiara con semplicità e convinzione, che il suo è solo un atto dettato da "coerenza" personale: "La politica - concludeva - è un servizio e dev'essere un modo per mettersi a disposizione ". Poche ore dopo, nello studio di "Che tempo che fa" appare Enrico Letta, per presentare il suo libro d'imminente pubblicazione e dal titolo significativo "Andare insieme, andare lontano". Inaspettatamente e con i consueti toni dimessi comunica: "Dal primo settembre mi dimetto dal Parlamento. Voglio vivere del mio lavoro come ho vissuto per un po' di anni della politica". Ad accrescere il silenzioso stupore del conduttore e del pubblico presente l'ex premier spiega che il suo "lavoro" consisterà, oltre allo scrivere, a dare vita a una "scuola di politiche" (rivolta a giovani di 15 ai 19 anni, al fine di "formare" gli adulti di domani) e di essere stato chiamato a "guidare la scuola di affari internazionali dell'Università di Parigi". Quasi a confermare se stesso e rassicurare gli ascoltatori sottolinea, poi, che continuerà a "fare politica", dalla quale non ci si può dimettere (come sostenuto anche dalla Bonino), ma vorrà vivere col suo lavoro e, con sorriso contento, rassicura: "Non prenderò nessuna pensione da parlamentare".
Ecco, allora, due esempi, o meglio due modelli d'intendere e fare politica . Da una parte la politica di un governo che s'affanna a fare tutto, in fretta e quasi sempre da solo; dall'altra la politica di due persone che agiscono con prudente pazienza e con tempi ritmati da confronti e ponderatezza; da una parte l'esempio dell'intraprendenza talora eccessiva e fiducia spavalda, dall'altra il modello del politico riflessivo, che dialoga, ascolta e assume decisioni il più possibile condivise; da una parte la politica programmata e gestita come scalata graduale per la conquista definitiva del potere, dall'altra come servizio offerto, se e quando richiesto dalle circostanze e dalla personale responsabilità, donato comunque sempre a tempo determinato e a titolo di generoso contributo alla costruzione del bene comune. Siano i cittadini politicamente formati secondo lo spirito della vera democrazia a decidere quale delle due forme di politica sia la più utile per tutti e la più degna per chi la fa.
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