Francesca Rosso annuncia oggi
dalle pagine de La Stampa di Torino la scomparsa di Gianni Rondolino, uomo profondo e
umile, educatore attento e discreto, consapevole del ruolo educativo e della funzione
formativa della “cattedra”. In tempi in cui si parla tanto di “buona scuola”, sarebbe davvero opportuno
meditare sui messaggi di figure che hanno dato la vita a “ ben insegnare” verità
e valori.
Vale la pena,
intanto, leggere quanto ha scritto la Rosso.
“È morto nella notte nella sua casa di Torino, Gianni Rondolino. Tra pochi giorni avrebbe compiuto 84 anni.
Già Professore ordinario di Storia e Critica del Cinema all’Università di
Torino e autore di molti libri fra cui Storia del cinema
di animazione. Dalla lanterna magica a Walt Disney da Tex Avery a Steven
Spielberg, Luchino Visconti, Roberto Rossellini, I giorni
di Cabiria sul cinema muto torinese e soprattutto la
Storia del cinema, quel volume conosciuto come “il
Rondolone” per le dimensioni (quasi 800 pagine) e che accompagna gli
studenti dal 1977 ad oggi in varie riedizioni. È stato critico cinematografico
per “La Stampa”, direttore della collana di cinema di Utet e nel 1981 ha
fondato il Festival Cinema Giovani, diventato poi Torino Film Festival.
Ha segnato la formazione di generazioni di studenti
che oggi sono critici, giornalisti, docenti, operatori culturali.
Le sue lezioni erano semplici e appassionate. Era
ossessionato dall’essere comprensibile: «Non so se è chiaro» ripeteva fino allo
sfinimento, fino a che anche l’ultimo studente nell’ultima fila dell’aula
36 di Palazzo Nuovo non faceva segno di sì con la testa; come i grandi
insegnanti incoraggiava ciascuno a credere in sé e a trovare
una via originale di esprimersi; era innamorato dei film non narrativi,
strani, originali. Oltre che della sua famiglia, di sua moglie Lina con la
quale andava in giro per i festival e dei suoi figli Fabrizio e Nicola, morto 3
anni fa".