In queste ore l’attuale inquilino della Casa Bianca ha
parlato dallo Studio Ovale, dal luogo, cioè, dal quale un Presidente americano rivolge
i suoi discorsi ufficiali a tutto il Paese, in occasioni seriamente drammatiche
e per eventi di crisi estrema gravità, come fecero Harry Truman nel 1947, John
F. Kennedy nel 1962, George W. Bush nel 2001 e Barack Obama nel 2915. Spiegato il
desiderato innalzamento del muro sui confini del Messico come “una scelta fra
giusto e sbagliato, fra giustizia e ingiustizia”, il presidente Donald Trump, con
chiarezza di pensiero, con prosa chiara e sobria, con naturalezza disarmante
per l’ingenuità apparentemente inoffensiva, ha ricordato a chi l’aveva avvisato
che si trattava di un atto immorale, che: “Molti costruiscono recinzioni e
barriere per le loro case non perchè odiano le persone che stanno fuori, ma
perchè amano quelle che sono dentro". Quindi, a decidere le scelte umane anche
riguardo al problema epocale delle migrazioni devono essere “i muri”, che
separano e mettono i propri cittadini (sempre buoni e comunque onesti) al riparo dall’invasione capricciosa
di sventurati (sempre iniqui e comunque malavitosi), che abbandonano le proprie
cose, rinnegano affetti umani e tradiscono
doveri civici, per girovagare alla ricerca di luoghi sempre nuovi e sempre ben accoglienti.
Facile retorica e comoda difesa: è sempre gratuito
additare l’altro, meglio se il forestiero, come colui che porta il delitto,
crea disordine e causa scelleratezze. Non sarebbe onesto, giusto e necessario ricercare
chi e cosa è che causa i flussi migratoti ormai epocali? Per chi e per che cosa
si scappa dal noto, per andare incontro all’ignoto, verso non si sa dove? E se
la causa fosse l’odio seminato proprio dai potenti signori del denaro, della
droga e della corruzione? Infatti, alza un proprio muro di difesa – almeno a
lume di sensata ragione - chi si è procurato il nemico ed è, perciò, cosciente
che deve difendersi! Chiunque lo faccia aprioristicamente, agisce senza dubbio in
modo ancor peggiore, perché, pur non avendo oggettivi motivi che glielo
suggeriscano, segue acriticamente la
teoria di Hobbes, per il quale la natura dell’uomo è quella d’un lupo contro
tutto e contro tutti. Ma questa teoria ha ampiamente dimostrato a quali esiti
conduce: non è l’animale che deve essere addomesticato dall’uomo, ma è l’uomo
che deve imbestialirsi su modelli da giungla.
Certo non sono mai mancati né mancheranno mai, anche se
in numero sparuto, gli uomini-sciacallo, che non perdono occasione per soddisfare
le loro brame di potere e di ricchezza. Ma non sarà difficile – per qualunque
governo sapiente, saggio e prudente - individuarli con tempestiva accortezza e
neutralizzarli con decisa fermezza. Non sarà certo necessario “imprigionare”
dentro muri innaturali popoli interi, per difendersi da uno sparuto numero
d’individui pericolosi.
Non manca giorno in cui uomini di governo a tutti i
livelli – dai responsabili di grandi nazioni ai piccoli tirannelli che li imitano
– non rilascino dichiarazioni, che destano non poca perplessità per le loro implicite
e forse inconsapevoli implicazioni. Si ascoltano parole buttate all’aria a cuor
leggero, che rivelano in chi le pronuncia una personalità che, contrariamente a
quello che si potrebbe pensare, non ha certo nulla di “diabolico”, ma solo
assenza totale di pensiero e di riflessione. Si tratta di una nuova “banalità
del male”, come la definì Hannah Arendt, la filosofa ebrea che seguì, come
giornalista, il processo contro Heichmann (il criminale nazista responsabile
della eliminazione di milione di vite umane innocenti), ascoltando attonita e
incredula le risposte date ai giudici dall’imputato; erano risposte
agghiaccianti proprio per la loro irresponsabile ma tragica superficialità; e
scrisse: “Restai
colpita dall’evidente superficialità del colpevole, superficialità
che rendeva impossibile ricondurre l’incontestabile malvagità dei suoi
atti a un livello più profondo di cause e motivazioni. Gli atti erano
mostruosi, ma l’attore risultava quanto mai ordinario,
mediocre, tutt’altro che demoniaco e mostruoso (…). E prese forma
l’immagine di un uomo incapace di distinguere la
realtà dalla finzione, che non riusciva a distinguere il bene dal male”.
I potenti, che oggi detengono
nelle loro mani i destini dei popoli, dovrebbero indagare responsabilmente,
interpretare con perspicacia e individuare onestamente le cause reali, che
costringono popolazioni intere a migrare e chiedere umana accoglienza. Se
dovessero ravvisare eventuali furbizie e distorsioni hanno i mezzi per
smascherale e fermarle, senza sparare sul mucchio degli innocenti. Ma hanno –
nello stesso tempo – potere e mezzi per fermare all’origine i veri “autori” di
tali fenomeni: scoprirli e punirli con la stessa fermezza, che si usa con i
milioni di esseri umani inermi è loro dovere improrogabile. Ma è più agevole e
indolore urlare con voce trionfante – alla sequela ossequiosa ora di Trump e
domani d’un altro signore - “Altro che farne sbarcare altri o andarli a prendere con barconi
e aerei, stiamo lavorando per rimandarne a casa un bel po'. Scafisti e
terroristi: a casa!".
Infatti il pianeta è invaso solo da scafisti e solo da terroristi! I loro mandanti stanno al sicuro e ben
protetti.