Il Tempo, in sé fluire di momenti transeunti che vanno accolti, si apre a un "oltre" custode Eterno di valori trascendenti che vanno abitati. Vicende e realtà tendono alla suprema fusione nell'infinita Totalità, anima di ogni Speranza.
Visualizzazione post con etichetta buona scuola. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta buona scuola. Mostra tutti i post

giovedì 11 febbraio 2016

DON LORENZO MILANI PER UNA SCUOLA DEL DOMANI

Nella trasmissione odierna de “Il pane quotidiano”, condotta da Concita De Gregorio, è stato presentato il volume “L’uomo del futuro” (Mondadori), scritto da Eraldo Affinati, in cui l’Autore descrive alcune intuizioni e commenta l’opera di don Lorenzo Milani, il contestato “maestro” della Scuola di Barbiana e autore della Lettera a una professoressa del 1967.  “Avere il coraggio – vi scriveva con ardita convinzione il prete disubbidiente - di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni; che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio; che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto”.

Elisabetta Rosaspina, dalle colonne del Corriere della sera rimarcava lo straordinario lavoro dell’Affinati: “Se n’è andato per il mondo, a cercare tutti i don Milani - sostiene -. Tutti coloro che mettono in pratica quella lezione. Ma forse il fatto più sorprendente è che li abbia trovati davvero: a Benares, a Pechino, a Volgograd, in Gambia, a Città del Messico, a New York, a Berlino. E anche dentro se stesso; ma, questo, Eraldo Affinati tutt’al più lo lascia intendere”. E in verità Affinati - come è stato scritto - ha cercato l'eredità spirituale di don Lorenzo nelle contrade del pianeta dove alcuni educatori isolati, insieme ai loro alunni, senza sapere chi egli fosse, lo trasfigurano ogni giorno: dai maestri di villaggio, che pongono argini allo sfacelo dell'istruzione africana, ai teppisti berlinesi, frantumi della storia europea; dagli adolescenti arabi, frenetici e istintivi, agli italiani di Ellis Island, quando gli immigrati eravamo noi; dalle suore di Pechino e Benares, pronte ad accogliere i più sfortunati, ai piccoli rapinatori messicani, ai renitenti alla leva russi, ai ragazzi di Hiroshima, fino ai preti romani, che sembrano aver dimenticato, per fortuna non tutti, la severa lezione impartita dal priore”.

Don Milani ha anticipato tante idee, tanti avvenimenti - dichiara lo stesso Autore del volume. Lo si capisce guardando la sua foto con un bambino congolese in braccio, leggendo quanto aveva scritto nella sua Lettera a una professoressa. Oggi i ragazzi di Barbiana vengono dall’Africa, dal Medio Oriente. Lorenzo poteva immaginare che li avremmo accolti così? Sì, avrebbe potuto sospettarlo. Era l’uomo del futuro, soprattutto perché aveva sognato una scuola che oggi stentiamo ancora a realizzare, ma cui non possiamo rinunciare. È la scuola del maestro che si mette in gioco e guarda negli occhi il suo scolaro. Uno a uno. Irrealizzabile? No, ho viaggiato molto nelle scuole italiane e tanti professori lavorano così”.

Pensavano queste cose e in questo modo i governanti italiani nel programmare la “Buona Scuola”?

sabato 9 gennaio 2016

E’ MORTO IL “DOCENTE” GIANNI RONDOLINO


Francesca Rosso annuncia oggi dalle pagine de La Stampa di Torino la scomparsa di Gianni Rondolino, uomo profondo e umile, educatore attento e discreto, consapevole del ruolo educativo e della funzione formativa della “cattedra”. In tempi in cui si parla tanto di “buona scuola”, sarebbe davvero opportuno meditare sui messaggi di figure che hanno dato la vita a “ ben insegnare” verità e valori.  
Vale la pena, intanto, leggere quanto ha scritto la Rosso. 

“È morto nella notte nella sua casa di Torino, Gianni Rondolino. Tra pochi giorni avrebbe compiuto 84 anni. Già Professore ordinario di Storia e Critica del Cinema all’Università di Torino e autore di molti libri fra cui Storia del cinema di animazione. Dalla lanterna magica a Walt Disney da Tex Avery a Steven Spielberg, Luchino Visconti, Roberto Rossellini, I giorni di Cabiria sul cinema muto torinese e soprattutto la Storia del cinema, quel volume conosciuto come “il Rondolone” per le dimensioni (quasi 800 pagine) e che accompagna gli studenti dal 1977 ad oggi in varie riedizioni. È stato critico cinematografico per “La Stampa”, direttore della collana di cinema di Utet e nel 1981 ha fondato il Festival Cinema Giovani, diventato poi Torino Film Festival.  

Ha segnato la formazione di generazioni di studenti che oggi sono critici, giornalisti, docenti, operatori culturali.  

Le sue lezioni erano semplici e appassionate. Era ossessionato dall’essere comprensibile: «Non so se è chiaro» ripeteva fino allo sfinimento, fino a che anche l’ultimo studente nell’ultima fila dell’aula 36 di Palazzo Nuovo non faceva segno di sì con la testa; come i grandi insegnanti incoraggiava ciascuno a credere in sé e a trovare una via originale di esprimersi; era innamorato dei film non narrativi, strani, originali. Oltre che della sua famiglia, di sua moglie Lina con la quale andava in giro per i festival e dei suoi figli Fabrizio e Nicola, morto 3 anni fa".