Il Tempo, in sé fluire di momenti transeunti che vanno accolti, si apre a un "oltre" custode Eterno di valori trascendenti che vanno abitati. Vicende e realtà tendono alla suprema fusione nell'infinita Totalità, anima di ogni Speranza.

martedì 21 giugno 2005

CADE ANCHE PER LA STORIA DELLA SCIENZA UNO STEREOTIPO CULTURALE: MEDIOEVO “OSCURANTISTA” CONTRO RINASCIMENTO “LUMINOSO”

Quasi tre secoli fa, Isaac Newton diceva di sé: «Io mi vedo come un fanciullo che gioca sulla riva del mare, e di tanto in tanto si diverte a scoprire un ciottolo più levigato o una conchiglia più bella del consueto, mentre davanti mi si stende, inesplorato, l'immenso oceano della verità».

A quel che Newton chiamava “divertimento”, noi siamo soliti dare il nome di scienza.

L'autunno del Medioevo fu tutt'altro che cupo e oscuro. Fu in quel momento che vennero poste le basi della “rivoluzione scientifica” di solito attribuita a Copernico, Galileo, Keplero, Newton. Sembra che certi studi sul concetto di moto o sulla teoria della materia che stanno all'origine delle ricerche della fisica moderna in realtà fossero già avviati nel tardomedioevo.

Cade anche per la storia della scienza uno stereotipo culturale, che si impose nel secondo Ottocento e che Burckardt nel suo saggio sulla “Civiltà del Rinascimento” codificò storiograficamente: medioevo "oscurantista" contro rinascimento "luminoso", tempo della ragione sovrana che dissipa ogni credulità o superstizione. Erano passi compiuti già in altri campi da storici come Huizinga e Kristeller, ma uno studioso americano, Edward Grant, sostiene che questa svolta nella interpretazione della storia della scienza risale agli inizi del Novecento con i quindici volumi pubblicati da Pierre Duhem sulla scienza nel Medioevo: “Fu il primo studioso a vagliare una quantità di manoscritti medievali restati a lungo sotto la polvere e inesplorati. Dopo questa ricerca Duhem poté sostenere che la Rivoluzione scientifica che normalmente viene associata ai nomi di Copernico, Galileo, Keplero, Cartesio, Newton fu in realtà lo sviluppo di premesse scientifiche già formulate nel trecento, in particolare dai maestri parigini”. come nota Grant nel libro ora pubblicato da Einaudi, Le origini medievali della scienza moderna, questa tesi fu ampiamente contestata dallo storico Alexandre Koyré, che negava la continuità tra la scienza medievale e quella moderna. E questo suo rifiuto poggiava sull'idea di un cambiamento sostanziale di quello che un altro epistemologo celebre, Thomas Kuhn, ha definito il “paradigma” che distingue le epoche culturali e, in questo caso, scientifiche. Questo libro di Grant è una miniera di dati, di nomi e di curiosità che ad un tempo affascina e atterrisce. Spiegare come siamo arrivati a scoprire le galassie e la nascita delle stelle, o come siamo diventati di casa con anatomia e composti chimici è parte di questo intrigante libro di storia e di scienza, e indirettamente anche di filosofia e teologia. Grant è docente emerito all'Indiana University, negli Usa.

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