Il Tempo, in sé fluire di momenti transeunti che vanno accolti, si apre a un "oltre" custode Eterno di valori trascendenti che vanno abitati. Vicende e realtà tendono alla suprema fusione nell'infinita Totalità, anima di ogni Speranza.

venerdì 1 gennaio 1999

La Convenzione Europea di Bioetica. Qualità e sacralità della vita


a cura di Cosimo Scarcella, 3° volume della Collana "Ricerche e Proposte", Lecce, Manni Editore 1999, pp. 128. Suo è il contributo: "Sacralità e qualità della vita: punti di partenza o punti di arrivo?", pp. 16-27.

“Il futuro, che è già cominciato, appare sempre più dominato dalla scienza e dalla tecnica. Il secolo, che si chiude, è stato chiamato il secolo della rivoluzione fisica. Il secolo, che si apre, è già stato denominato il secolo della rivoluzione biologica: con la scoperta del DNA la scienza biologica è pervenuta alla radice della struttura del vivente, e la può modificare. La manipolazione genetica suscita speranze e, insieme, preoccupazioni profonde e avvertite. Nell’attuale fase storica, la ricerca biologica e genetica si trova davanti a un bivio aperto su due opposte direzioni. Una di queste indica la strada del fare quanto è tecnicamente possibile, e quindi, procedere, ad ogni costo, da ricerca a ricerca, da sperimentazione a sperimentazione (…). L’altra direzione, in contrapposizione al procedere senza limite e senso della misura, indica la strada dove il fare, è guidato dal saper fare, vale a dire dove la scienza e la tecnica vanno insieme alla morale (…). L’opinione pubblica è giustamente allarmata (…). I cittadini hanno il diritto-dovere di informarsi sulle ricerche in atto nei laboratori biologici. Non è giusto che la comunità si venga a trovare sistematicamente di fronte al fatto compiuto. Si tratta infatti di problemi che la riguardano direttamente. Nel dialogo e nel confronto, anche dialettico, tra culture diverse, non è impossibile trovare valori comuni che meritano protezione giuridica (…). Nessuno pretende che la legislazione civile in tema di bioetica debba trascrivere l’etica di un determinato credo religioso. Si esige però che faccia riferimento ai valori e diritti umani, che, come tali, sono di tutti”
(LUIGI RUSSO, pp. 124-126 del volume)

domenica 26 aprile 1998

Economia e competizione: sviluppo nella solidarietà

Economia e competizione: sviluppo nella solidarietà, in Finestre sulla realtà, anno III, n. 1 del 26.04.1998.

Amministrazione pubblica e dimensione sociale

Amministrazione pubblica e dimensione sociale, in Finestre sulla realtà, anno III, n. 1 del 26.04.1998.

giovedì 1 gennaio 1998

La coesistenza fra le culture presenti nella civiltà mediterranea


a cura di C. Scarcella, 2° volume della Collana "Ricerche e Proposte", Lecce, Manni Editore 1998, pp. 140

“Il problema dell’incontro-scontro tra la multiculturalità e interculturalità, da un lato, e le politiche di identità, l’etnificazione della politica e il nazionalismo, dall’altro lato, si manifesta oggi in tre situazioni tipiche. Prima è la situazione di alcuni paesi dell’Europa Orientale e Centrale che è stata descritta perfettamente da Karl Popper nella sua conferenza a Vienna nel 1981. In quella occasione Popper ha parlato dell’Europa Centrale e Orientale come un’area d’incontro, di collusione, di conflitto, di compenetrazione di etnie, nazioni e culture diverse che hanno creato un miscuglio, una miscela, un Imishmash culturale e nazionale che non si può sbrogliare facilmente. La seconda situazione tipica è la situazione di molti paesi dell’Europa Occidentale esposti in ultimi decenni alle ondate massicce d’immigrazione dai paesi di Maghreh e dell’Africa nera in maggioranza Musulmani che portano quasi dieci milioni di nuovi abitanti in Europa Occidentale (…). La terza situazione è caratterizzata da processi di frammentazione sociale crescente che, come un fenomeno di crisi, si manifesta nell’emergere di movimenti sociali e politici che motivano e legittimano le loro azioni pubbliche politiche, richiamandosi alle radici profonde che si collocano al livello presunto più originario, più primordiale e più autentico del nazionale, cioè infranazionale e subnazionale e in certi paesi in segno di un revival etnico e regionalistico. In altri paesi in segno di contestazione delle nazioni stabilite che proclama l’emergere di nuove nazioni oppure articolando i movimenti politici che esprimono un nuovo tipo di nazionalismo, che J. Habermas ha chiamato il Welfare nazionalistico o il nazionalismo del benessere, che si fonda, in ultima linea, sulla riluttanza a condividere la propria prosperità con gli altri meno fortunati. Così si creano delle situazioni che impongono delle domande inattese, che nessuno poteva immaginare anche nel sogno dieci anni fa, come, per esempio, la domanda esplicita posta da G. E. Rusconi: ‘Se l’Italia cesserà di esistere come una nazione’ (…). Il Mediterraneo sembra essere l’area dove le tensioni, le contraddizioni e le ipocrisie politiche siano più facilmente riconoscibili, ma anche dove la ben nota ironia della storia sia stata all’opera in modo vistosissimo, trasformando sotto i nostri occhi molte belle idee e dichiarazioni nobili nei loro antipodi diretti, e conducendo agli esiti perversi come, per esempio, la liberazione in repressione, la democrazia in autoritarismo e autocrazia, l’autonomia in eteronomia, la sovranità in sottomissione, la ricchezza in povertà, la salvaguardia delle differenze in omogeneizzazione imposta e in rigetto totale degli altri, la tolleranza in odio, le vittime di ieri in persecutori di oggi, ecc”.
(SRDJAN VRCAN, pp. 6-9 del volume).