L'opuscolo anonimo, Fama Fraternitatis o Rivelazione della Confraternita del nobilissimo Ordine della Rosa-Croce, stampato a Kassel da Wilhelm Wessel nel 1614, si apriva con queste parole: “Poiché l’unico dio saggio e misericordioso in questi ultimi tempi ha riversato sull'umanità la sua misericordia e bontà con tanta dovizia, da permetterci di conseguire una conoscenza sempre maggiore e perfetta di suo figlio Gesú Cristo e della Natura, possiamo vantarci a buon diritto di vivere in un tempo felice, in cui Egli non solo ha rivelato quella metà del mondo fino ad ora a noi sconosciuta e celata e ci ha fatto conoscere molte meravigliose opere e creature della Natura mai viste prima, ma ha anche fatto sorgere uomini di grande sapienza, che potrebbero in parte rinnovare e condurre a perfezione tutte le arti, ora contaminate e imperfette, cosicché l’uomo possa finalmente comprendere la sua nobiltà e il suo valore e perché sia chiamato microcosmo e quanto la sua conoscenza si estenda nella natura”. (Fama Fraternitatis o Rivelazione della Confraternita del nobilissimo Ordine della Rosa-Croce in Frances Amalia Yates, L'illuminismo dei Rosa-Croce, Appendice, Einaudi Editore, Torino, 1976. p.283).
Nel The Advancement of Learning, pubblicato nel 1605 e dedicato a Giacomo I, Francesco Bacone aveva lamentato le carenze del sapere, sia in ambito letterario che in ambito naturalistico, prospettando e presagendo la possibilità di un mondo in cui finalmente la fratellanza dello studio e dell’esercizio delle arti meccaniche avrebbe rinnovato tutte le attività umane: “il progresso scientifico consiste in una certa misura anche nel prudente governo e nelle sagge istituzioni delle singole università, così si avrebbe un accumulo di sapere, se tutte le università sparse per tutta l'Europa fossero fra loro in più stretti rapporti e collegamenti. Eppure esistono tanti ordini e sodalizi i quali, benché sparsi e dispersi in Stati diversi, sentono sempre una comunione che li affratella (…). E come la natura crea la fratellanza in una famiglia, le arti meccaniche trovano la loro comunione nei sodalizi, la unzione divina costituisce la fratellanza tra i re e i vescovi, i voti e le regole introducono la fratellanza negli ordini sacri; così non può mancare la fratellanza nobile e generosa tra uomini della scienza e della luce, giacché Iddio stesso è detto Padre dei lumi” (F. Bacon, The Advancement of Learning, II, dedica a Giacomo 1, p. 13; cfr. De augmentis scientiarum, la versione latina posteriore, in Opere filosofiche, a cura di Enrico de Mas, Laterza, Bari, 1965, vol. II, p. 84).
Johann Valentin Andreae (1586-1654), specialmente ne Le nozze chimiche di Christian Rosencreutz, (1459), usa spesso la dicitura “il padre della Luce” in luogo di Dio o Creatore (Johann Andreae, Valentin, Chymische Hochzeit Chrístiani Rosencreutz: Anno 1459, Strassburg, Zetzner, 1616; trad. it., Le nozze cbimicbe di Christian Rosencreutz, Anno 1459, Atanòr, Roma, 1975 o Milano, Studio Editoriale, 1987).
Nel 1620 verrà pubblicato a Londra, da Francesco Bacone, Lord Cancelliere d'Inghilterra, l'Instauratio magna nel cui frontespizio si vede una nave che a vele spiegate, su un mare tempestoso, sta attraversando le colonne d'Ercole e più sotto la citazione dal Libro di Davide Multi pertransibunt et augebitur scientia, e nel 1623 nella Nuova Atlantide (pubblicata postuma nel 1627) si narra che: “il re (…) emanò il seguente decreto: ogni dodici anni due navi equipaggiate dovevano salpare da questo regno per due diversi viaggi e in ciascuna ci doveva essere una missione di tre Soci, o Fratelli, della casa di Salomone, il cui unico scopo era quello di informarci sugli affari e sulla condizione dei paesi ai quali erano designati e soprattutto sulle scienze, sulle arti, sulle opere e sulle invenzioni di tutto il mondo e inoltre di riportarci libri, strumenti e campioni di ogni tipo. Le navi dovevano ritornare quando avevano sbarcato i fratelli che restavano all'estero fino ad una nuova missione (…) in questo modo, noi istituiamo un commercio non per procacciarci oro, argento o gioielli, né le sete o le spezie o qualsiasi altro vantaggio materiale, ma soltanto la prima creatura di Dio: la Luce; per essere illuminati - voglio dire - sullo sviluppo dì tutti i paesi del mondo” (Francesco Bacone, La Nuova Atlantide, Armando Editore, Roma,1998 p. 75).
La solidarietà fraterna rende possibile questo viaggio, il quale ha come solo obiettivo l'accrescimento del sapere che è l'unico modo per ottenere il potere sull'universo accessibile e raggiungibile dall'uomo; ovvero il progresso scientifico avvicina sempre più alla realizzazione di quel “regno dell’uomo” dove abita e governa la Luce. Bacone fa proprio questo concetto biblico sul quale costruirà tutta la sua filosofia della natura, perché Dio, come dice San Giacomo nella Lettera I, 17, viene detto Padre dei lumi e la fratellanza del sapere diverrebbe una fraternità di scienza e di luce. Con queste parole, difatti, egli termina il Novum Organon: “Egli, infatti, per il peccato, cadde dal suo stato di innocenza e dal dominio sulle creature. Entrambe le cose si possono recuperare, almeno in parte, anche in questa vita: la prima, con la religione e la fede; la seconda, con le arti e le scienze” (Francesco Bacone, Novum Organon, Bompiani, Milano, 2002, p.531).