“In questo libro troviamo all’opera un ‘essere sotterraneo’, che penetra, scava, rimuove di sotterra. Ammesso che si disponga di occhi capaci di vedere questo lavoro in profondità, lo si vedrà avanzare lentamente, cautamente, delicatamente, implacabile.
Egli non coltiva sicuramente una fede che lo guidi, e non nutre una consolazione che lo compensi?
Vuole forse avere la sua propria lunga tenebra, il suo mondo incomprensibile, occulto, enigmatico, perché è certo che avrà anche il suo mattino, la sua liberazione, la sua aurora?
Certamente tornerà indietro: non chiedetegli che cosa cerca là sotto, ve lo dirà lui stesso”.
(Friedrich Nietzsche, Aurora).
Egli non coltiva sicuramente una fede che lo guidi, e non nutre una consolazione che lo compensi?
Vuole forse avere la sua propria lunga tenebra, il suo mondo incomprensibile, occulto, enigmatico, perché è certo che avrà anche il suo mattino, la sua liberazione, la sua aurora?
Certamente tornerà indietro: non chiedetegli che cosa cerca là sotto, ve lo dirà lui stesso”.
(Friedrich Nietzsche, Aurora).
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