Il Tempo, in sé fluire di momenti transeunti che vanno accolti, si apre a un "oltre" custode Eterno di valori trascendenti che vanno abitati. Vicende e realtà tendono alla suprema fusione nell'infinita Totalità, anima di ogni Speranza.

venerdì 7 gennaio 2005

LIBERISMO: SOTTO LA FACCIATA DELLA "SOLIDARIETA'", MANCA L’"ETICA DELLA RESPONSABILITA’"?

Su “Apulia”, Rassegna trimestrale della Banca Popolare Pugliese, sono apparsi recentemente (nel numero IV, dicembre 2004). due interventi di due autorevoli personalità, che,se letti in maniera comparata, costringono le menti più pensose a considerazioni non certo di scarsa rilevanza o di spessore trascurabile. Si tratta di interventi che - a nostro modo di vedere - sono da analizzare, meditare e valutare; e comunque sono da tenere costantemente presenti nel corso dell’anno che è appena cominciato.

Il primo è di JEREMY RIFKIN, Premio Nobel per l’Economia:

“Il Sogno Americano è troppo centrato sul progresso materiale personale e troppo poco preoccupato del benessere generale dell’umanità per continuare ad avere fascino e importanza in un mondo caratterizzato dal rischio, dalla diversità e dall’indipendenza: è diventato un Sogno vecchio, intriso di una mentalità legata ad una frontiera che è stata chiusa tanto tempo fa. E mentre lo “Spirito Americano” guarda stancamente al passato, nasce un Sogno Europeo, più adatto ad accompagnare l’umanità nella prossima tappa del suo percorso: un Sogno che promette di portare l’uomo verso una consapevolezza globale, all’altezza di una società sempre più interconnessa e globalizzata. Il Sogno Europeo mette l’accento sulle relazioni comunitarie più che sull’autonomia individuale, sulla diversità culturale più che sull’assimilazione, sulle qualità della vita più che sull’accumulazione di ricchezza, sullo sviluppo sostenibile più che sull’illimitata crescita materiale, sul ‘gioco profondo’ più che sull’incessante fatica, sui diritti umani universali e su quelli della natura più che sui diritti di proprietà, sulla cooperazione globale più che sull’esercizio unilaterale del potere (…). Per quanto io sia visceralmente legato al Sogno Americano, e soprattutto alla sa incrollabile fede della preminenza dell’individuo e della responsabilità personale, la speranza per il futuro mi spinge verso il Sogno Europeo, che esalta la responsabilità collettiva e la consapevolezza globale. Il nascente Sogno Europeo rappresenta le più alte aspirazioni dell’umanità a un futuro migliore” (Ma il futuro è nel Sogno Europeo, Ivi, pp. 13-15).

Il secondo è di SAMUEL HUNTINGTON, Docente di Scienze politiche all’Università di Harvard, che dieci anni fa scrisse per “Foreign affairs” il noto saggio “Scontro di civiltà”, pubblicato nel 1996 in forma di libro e tradoto in 32 lingue:

“L’Islam non è sanguinario di fondo. Ci sono più fattori in gioco. Uno è il sentimento storicamente condiviso fra i musulmani di essere stati soggiogati e sfruttati dall’Occidente. Un altro è il rancore per forme concrete della politica occidentale, soprattutto per il sostegno che l’America dà allo Stato di Israele. Il terzo fattore è il ‘rigonfiamento demografico’ nel mondo arabo (…). Per quel che riguarda l’ostilità islamica nei confronti di idee occidentali, quali l’individualismo, il liberalismo, il costituzionalismo, i diritti umani, la pari dignità fra i sessi, in una parola, la democrazia, dobbiamo distinguere fra varie correnti e gruppi. Naturalmente esistono musulmani che condividono questi valori occidentali (…). La domanda allora è: perché non esiste democrazia nei Paesi islamici? Forse il motivo è culturale (…). Il fatto è che gli interessi di molti si riferiscono a un avversario comune, gli Stati Uniti. Forse anche all’Occidente in blocco. La politica di potere non si esaurisce mai: viene rafforzata dalla cultura e dalla religione, sebbene queste non riescano a spiegare tutto. Si veda l’alleanza fra Ankara e Gerusalemme. E si legga bene la storia della Russia (…). Ecco: la cosa interessante dell’ex blocco sovietico è che la democratizzazione e la riforma economica si muovono lungo linee culturali molto precise. Tutti i Paesi che appartengono all’Europa centrale oggi manifestano grandi progressi. Le culture ortodosse di Bulgaria, Bielorussia e Ucraina sono invece più lente nei processi riformatori. Ma l’Albania musulmana e i Paesi dell’Asia centrale sono ancora molto più lontani dal raggiungere successi di riforma minimi”. (E’ tempo di guerre asimmetriche, Ivi, pp. 32-33).

C’è davvero materia su cui riflettere.

Ovviamente per chiunque – capace di mirare all’animo umano e di decifrarne i sentimenti nascosti – intenda puntare sui “valori”, quelli veri; e per chiunque si proponga di agire da uomo, ma da uomo veramente e senza infingimenti. Soprattutto per chiunque creda davvero nei giovani: ma in maniera che sappia occupare nel mondo il posto che la propria età gli consente, e accettare nella vita sociale il ruolo che gli viene assegnato in base all’esperienza del passato e alle novità progettate per il futuro.

"L'amore della libertà è l'amore più alto ed universale dell'uomo: egli la cerca sotto tutti i cieli, in tutti i gradi della civiltà, in tutte le forme della attività sua". (PIERO MARTINETTI, La libertà).
"Benedette tutte le leggi metriche che vietano risposte automatiche: ci costringono a una riflessione, liberando dalle pastoie dell'Io" (W. H. AUDEN, Shorts).