Il Tempo, in sé fluire di momenti transeunti che vanno accolti, si apre a un "oltre" custode Eterno di valori trascendenti che vanno abitati. Vicende e realtà tendono alla suprema fusione nell'infinita Totalità, anima di ogni Speranza.

giovedì 1 gennaio 1998

La coesistenza fra le culture presenti nella civiltà mediterranea


a cura di C. Scarcella, 2° volume della Collana "Ricerche e Proposte", Lecce, Manni Editore 1998, pp. 140

“Il problema dell’incontro-scontro tra la multiculturalità e interculturalità, da un lato, e le politiche di identità, l’etnificazione della politica e il nazionalismo, dall’altro lato, si manifesta oggi in tre situazioni tipiche. Prima è la situazione di alcuni paesi dell’Europa Orientale e Centrale che è stata descritta perfettamente da Karl Popper nella sua conferenza a Vienna nel 1981. In quella occasione Popper ha parlato dell’Europa Centrale e Orientale come un’area d’incontro, di collusione, di conflitto, di compenetrazione di etnie, nazioni e culture diverse che hanno creato un miscuglio, una miscela, un Imishmash culturale e nazionale che non si può sbrogliare facilmente. La seconda situazione tipica è la situazione di molti paesi dell’Europa Occidentale esposti in ultimi decenni alle ondate massicce d’immigrazione dai paesi di Maghreh e dell’Africa nera in maggioranza Musulmani che portano quasi dieci milioni di nuovi abitanti in Europa Occidentale (…). La terza situazione è caratterizzata da processi di frammentazione sociale crescente che, come un fenomeno di crisi, si manifesta nell’emergere di movimenti sociali e politici che motivano e legittimano le loro azioni pubbliche politiche, richiamandosi alle radici profonde che si collocano al livello presunto più originario, più primordiale e più autentico del nazionale, cioè infranazionale e subnazionale e in certi paesi in segno di un revival etnico e regionalistico. In altri paesi in segno di contestazione delle nazioni stabilite che proclama l’emergere di nuove nazioni oppure articolando i movimenti politici che esprimono un nuovo tipo di nazionalismo, che J. Habermas ha chiamato il Welfare nazionalistico o il nazionalismo del benessere, che si fonda, in ultima linea, sulla riluttanza a condividere la propria prosperità con gli altri meno fortunati. Così si creano delle situazioni che impongono delle domande inattese, che nessuno poteva immaginare anche nel sogno dieci anni fa, come, per esempio, la domanda esplicita posta da G. E. Rusconi: ‘Se l’Italia cesserà di esistere come una nazione’ (…). Il Mediterraneo sembra essere l’area dove le tensioni, le contraddizioni e le ipocrisie politiche siano più facilmente riconoscibili, ma anche dove la ben nota ironia della storia sia stata all’opera in modo vistosissimo, trasformando sotto i nostri occhi molte belle idee e dichiarazioni nobili nei loro antipodi diretti, e conducendo agli esiti perversi come, per esempio, la liberazione in repressione, la democrazia in autoritarismo e autocrazia, l’autonomia in eteronomia, la sovranità in sottomissione, la ricchezza in povertà, la salvaguardia delle differenze in omogeneizzazione imposta e in rigetto totale degli altri, la tolleranza in odio, le vittime di ieri in persecutori di oggi, ecc”.
(SRDJAN VRCAN, pp. 6-9 del volume).

martedì 16 dicembre 1997

Un’intitolazione, un tributo di riconoscenza: un centro culturale per il professore Scozzi


Un’intitolazione, un tributo di riconoscenza: un centro culturale per il professore Scozzi, Amministrazione Comunale Melissano, dicembre 1997.