Il Tempo, in sé fluire di momenti transeunti che vanno accolti, si apre a un "oltre" custode Eterno di valori trascendenti che vanno abitati. Vicende e realtà tendono alla suprema fusione nell'infinita Totalità, anima di ogni Speranza.

mercoledì 1 gennaio 1997

Strategie economiche e dimensioni etiche per uno sviluppo più umano, a cura di Cosimo Scarcella


1° volume della Collana "Ricerche e Proposte", Lecce, Manni Editore 1997, pp. 200. Suo è il contributo: Impresa e cultura, ovvero profitto e morale, pp. 5-21.

"Dall'etica della responsabilità all'etica della solidarietà. (…). Davanti al corpo ferito del pianeta, colpito dalla sfrenatezza di Prometeo, deve alzarsi forte la responsabilità etica (o l'etica della responsabilità), che inviti filosofi e scienziati naturali, storici, matematici, sacerdoti, moralisti, biologi ed economisti, ingegneri e fisici ad un consulto e ad un deciso intervento terapeutico, prima che si pervenga ad un punto di non ritorno. Le speranze non sono tutte cadute. Ma il paziente è in prognosi riservata! Ma a questo punto l'etica della responsabilità mostra la sua insufficienza. L'allargamento metatemporale e metaspaziale dell'etica (della domanda etica), che pure rimane legata al mondo presente, richiede uno slancio ulteriore, un'apertura verso la solidarietà, capace di andare al di là del calcolo costi-benefici, al quale potrebbe ridursi un'etica della responsabilità. Lo slancio solidaristico rimette insieme le due etiche e ci impone una pietas verso l'uomo e verso il cosmo che è dettata dalla consapevolezza non solo de comune destino, ma anche della comune origine (…). Un'etica che risolva l'etica della responsabilità nell'imperativo a non far soffrire, avendo sperimentato la sofferenza (…). Ciò richiede un ethos della com-passione che elimini la sofferenza assumendola, nella convinzione che ora tocca all'uomo dare senza ripiegare sulla giustificazione storica: non spiegare ciò che accade, ma capire ciò di cui, purtroppo, siamo capaci; o sulla responsabilità di un Dio: chiedersi piuttosto dov'è l'uomo quando accadono certi eventi; o sull'intervento delle forze del male. Una solidarietà che si evidenzi e si renda visibile attraverso le leggi e le istituzioni, pensate come garanzia della responsabilità e della solidarietà".

(MARIO SIGNORE, pp. 30-31 del volume).

mercoledì 25 dicembre 1996

sabato 1 gennaio 1994

Traduzione, introduzione e cura (con Prodromo di Giovanni Fiaschi) di GIOVANNI KEPLERO, L'armonia del mondo


Pisa, Editore Del Cerro 1994, pp. LII e 176
Il nome di Keplero è ricordato nella storia della matematica e dell'astronomia come quello di uno dei principali autori della svolta cruciale, da cui ha tratto origine il metodo scientifico moderno; meno nota è tuttavia la sua visione religiosa, che pure fu in stretta relazione con la sua attività di scienziato, tanto da impedire, se non considerata, la concreta comprensione delle intenzioni e dell'opera complessiva di questo studioso. Fedele ad una concezione teologica latitudinaria e ad una mai sopita aspirazione irenica, egli guardava al progresso della conoscenza come ad un valido strumento per far infine trionfare la pace sulle contese politiche e religiose del suo tempo. Perseguendo questo progetto, entrò in contatto con molte fra le personalità più rappresentative del suo tempo: ammiratore di De Dominis e di Casaubon, conoscitore di Bacone e di Grozio, fu collaboratore di Thyco Brahe e corrispondente assiduo di Galileo. In Keplero l'apertura alla pluralità delle culture, portato fecondo del nuovo umanesimo, non andava disgiunta dalla sincera adesione alle verità fondamentali della tradizione cristiana. Influenzata dalla tradizione dell'universalismo cristiano non meno che dalla filosofia neoplatonica, la sua visione della scienza e del mondo è sostenuta da una tensione unitaria, che trova espressione nella ricerca dei canoni di un ordine armonico universale. Frutto di questa stessa aspirazione, senza la quale l'intera sua opera di studioso e di scienziato avrebbe avuto un significato diverso, è l'Armonia del mondo, da cui sono tratte le pagine antologiche qui presentate per la prima volta in lingua italiana.