Il Tempo, in sé fluire di momenti transeunti che vanno accolti, si apre a un "oltre" custode Eterno di valori trascendenti che vanno abitati. Vicende e realtà tendono alla suprema fusione nell'infinita Totalità, anima di ogni Speranza.

domenica 27 giugno 2010

VERITA’ LIBERTA' E SOLITUDINE

Il modello culturale dell’Occidente (che va estendendosi, purtroppo, anche in altre aree del globo terrestre) induce l'uomo a una vita di dinamismo frenetico, che, con ritmi di superficialità e vortici di celerità, lo trascina in spirali di tale confusione, che gli tolgono ogni possibilità di autodeterminazione e la capacità di rimanere consapevole del senso e della direzione della sua stessa vita. Infatti, nel sistema socioculturale occidentale dominano sempre più strutture così invasive che riempiono fino all’assurdo la mente e il cuore dell’uomo. Nelle singole persone, poi, l’assurdità si mescola a una specie di stordimento diffuso, testimoniato dalla gravità, con cui essi si dedicano all’appagamento delle proprie ambizioni. Una prima conseguenza comune a molti è una stanchezza morale, che invade l’intelligenza e la volontà, le occupa in un crescendo continuo che genera e alimenta un diffuso malessere insopportabile. Allora s’insinua lentamente un intimo bisogno d’arrestarsi, di scrutare la situazione, di vederci chiaro: con l’intento d’impossessarsi della propria esistenza, rendendosi conto dei motivi profondi di un simile stato d’animo, comprendendo le radici vere del proprio pensare e le motivazioni reali del proprio modo di vivere. A questo punto, lo stato di disagio si muta in bisogno di liberazione, e quel torpore atrofizzante viene gradualmente scosso da una silenziosa ma potente volontà di un vivere nuovo, consapevole, ragionevole, responsabile. Cominciano, così, a sprigionarsi nascoste energie insite nella natura umana; e intanto nell’animo insorgono, sempre più frequenti e intensi, improvvisi bagliori, presagi di rinnovato vigore e di forte anelito a verità autentiche. Il mondo circostante, allora, si svela in tutta la sua inconsistente appariscenza; e frana con tutto il suo apparato di finzioni e d’ipocrisie. L'uomo, quindi, se ne distacca; e va alla ricerca di spazi e tempi tutti suoi, da non condividere con alcuno, ma da vivere nell’intimità profonda del suo animo, desiderando di ritrovare il suo io vero e di riscoprire il senso autentico della sua esistenza, rimasti, forse per lungo tempo, dissacrati e smarriti nei quotidiani affanni disumananti. Tenta, allora, la via della meditazione solitaria; si sforza di rifugiarsi nel silenzio interiore popolato di sole voci “umane”; deve affrontare e vincere non poche difficoltà, perché è stato disabituato alla riflessione e all’ascolto: non sa più ritrovare la strada per addentrarsi sul serio in se stesso. Infatti, la strada per trovare e vivere questa dimensione di vita interiore è una sola: conquistare autodisciplina e padronanza di sè tali che, proprio mentre consentono di essere parte attiva e operante del tutto sociale e cosmico, rendano liberi da tutto e da tutti. Solo nell’assoluta libertà potranno instaurarsi quei valori che, proprio perché evidenti, onesti, schietti, umani, diventano i valori anche “suoi”. Saranno valori difficili a comprendersi e ardui a viversi, ma saranno quelli che sosterranno ogni vita a reale dimensione di umanità integrale. La vera solitudine, quindi, non è il vuoto che creiamo attorno a noi, ma è la nostra interiorità che riempiamo di verità autentiche nella maggiore libertà possibile. Non è, perciò, un tagliarsi fuori dal mondo concreto, ma un vivere e un viversi dentro. Questo significa scegliere la solitudine, che fa vivere nella verità che libera e che salva. A questa verità non potrà mai arrivare – ovviamente – chiunque presuma o di possederla già o di trovarla fuori da sè. La verità, infatti, abita solo nell’arcana interiorità d’ogni cuore umano, come ha testimoniato Agostino, sull’esempio di non pochi filosofi greci, tra cui Parmenide, Socrate e Platone. E’ questo l’unico itinerario che conduce alla verità assolutamente innegabile, che nè mutamento di tempi storici, né trasformazioni di cultura, né alternanze di egemonie politiche possono intaccare o modificare. Se, invece, ci s’inoltra in percorsi inadeguati a condurre alla verità (e sembrano dominanti), il discorso è chiuso e non c’è alcuna possibilità di autenticità dialogante. Con questi procedimenti, infatti, nessuno ha mai trovato la verità, nè mai la troverà, in quanto non si può “trovare” ciò che si possiede già e da sempre in se stessi. La verità “cercata e trovata” fuori da sé è destinata a tramontare fino alla sua totale scomparsa, in quanto si tratta del prodotto di una cultura storica e, quindi, datata, contingente, transeunte: verità, cioè, negabile, destinata a durare quanto il tempo che l’ha determinata. La verità assolutamente innegabile, invece, non conosce né tramonti né eclissi; e Agostino ammonisce: “Non la luce che vedono i nostri occhi, ma quella che vede il cuore, quando sente dire: ‘è la Verità’. Non cercare di sapere cos'è la verità, perché immediatamente si interporranno la caligine delle immagini corporee e le nubi dei fantasmi e turberanno la limpida chiarezza, che al primo istante ha brillato al tuo sguardo, quando ti ho detto: ‘Verità’! Resta (se puoi) nella chiarezza iniziale di questo rapido fulgore, che ti abbaglia, quando si dice: ‘Verità’! Ma tu non puoi. Tu ricadi in queste cose abituali e terrene”. Lasciarsi folgorare dalla luce che solo il cuore è capace di vedere; quindi, non “ragionare” sulla verità, ma “vedere” la verità. Allora, nella solitudine totalmente “vuota” s’avvera il prodigio: finito e infinito si fondono nell’esistenza; mortale e immortale si compenetrano nella contingenza; contingente e assoluto s’arricchiscono reciprocamente; singolarità e cosmicità s'intersecano e si realizzano in tutta la loro pienezza, proprio mentre sono attivamente operosi nel tracciare nuovi solchi alla storia e nell’indicare nuove direzioni all’umanità. Agisce come un piccolo sasso che, lanciato nel gran mare dell’essere, smuove tutta la storia dell’umanità e del cosmo, generando, con la sua umile e silenziosa fedeltà alla verità libera, un movimento di cerchi concentrici, forse lento ma certamente irrefrenabile. E così, la paura dell'essere soli si trasforma in potente energia, promotrice di tempi nuovi e più a dimensione umana. E Nietzsche dà quest’importante indicazione: “Chi sa di essere profondo, si sforza di esser chiaro. Chi vuole apparire profondo alla folla, si sforza di esser oscuro. Infatti la folla ritiene profondo tutto quel di cui non riesce a vedere il fondo: è tanto timorosa e scende tanto mal volentieri nell'acqua!”. Solo chi osa scendere nel profondo del proprio essere avrà chiaro davanti a sé il fulgore della verità, che risplende solo nella libertà.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Verità, libertà e solitudine sono mete ammirate, da lontano, dall'uomo che desidera raggiungerle, ma ha paura di avvicinarsi. E, sopraffatto dal timore, si rifugia nel quotidiano sfuggire a sogni e desideri e, distaccatamente, sopravvive, guardando il tempo scorrere veloce.
Eppure sente crescere l'irrefrenabile desiderio di 'grandi valori' e, consapevole del suo continuo affannarsi per raggiungere futili mete e per costruire castelli di sabbia, si ferma e, prova a guardarsi dentro, a riconoscere e ad accettare pregi e difetti, e, così, ritrova se stesso nel silenzio dell' anima.

In quel silenzio non ci sono domande né risposte, non ci sono inganni né egoismi...ma è un silenzio che culla l'essere e fa ritrovare quell'infinita totalità che dona all'uomo un immenso desiderio di non arrendersi mai e una smisurata fiducia nell'Altro...

Tes.

Unknown ha detto...

Solo nella perfetta e totale solitudine intsa come vuoto pieno dell'Infinito, ci sono verità e libertà. Che nessuno può scalfire.