Il Tempo, in sé fluire di momenti transeunti che vanno accolti, si apre a un "oltre" custode Eterno di valori trascendenti che vanno abitati. Vicende e realtà tendono alla suprema fusione nell'infinita Totalità, anima di ogni Speranza.

mercoledì 1 gennaio 1992

Traduzione, introduzione e cura (con Prodromo di Giovanni Fiaschi) di AMOS COMENIO, La via della luce


Pisa, Editore Del Cerro 1992, pp. LII e 188
Grande testimone di un secolo tormentato dal travaglio di scelte cruciali, Comenio reca nel dibattito culturale del suo tempo il contributo di uno spirito profondamente religioso animatola indomito entusiasmo umanitario, che lo spinge a ricercare nei "segni dei tempi" la conferma del prossimo avvento della redenzione e della pace universali. Tutte le numerose opere, che Comenio scrisse nella sua vita di esule e di instancabile profeta di un rinnovato umanesimo, rispondono alla costante esigenza interiore di proporre ai suoi contemporanei il disegno unitario di una prossima palingenesi, per la cui realizzazione l'uomo è chiamato a collaborare con Dio. La via della luce, pubblicata nel 1668 con una dedica ai membri della Royal Society, è l'opera nella quale Comenio delinea il piano universale di salvezza per tutto il genere umano. L'avvento della nuova "luce", vincendo la tenebra dell'errore, porrà definitivamente fine alle guerre ed ai dissidi politici e religiosi, sì che l'umanità potrà ricongiungersi in un unico abbraccio fraterno. Perché la redenzione ultima si compia, è nondimeno necessario che all'opera di Dio collaborino attivamente tutti gli uomini di impegno riuniti in un collegio universale; strumenti di questa opera grandiosa di ecumenica pacificazione saranno libri universali, scuole universali ed una lingua universale. Il testo de La via della luce, riprodotto integralmente, viene presentato per la prima volta in traduzione italiana.
"E' questo il volume quinto della collana di testi irenici ed ecumenici dei secoli XVI-XVIII fondata dal compianto Enrico De Mas, negli ultimi anni della sua vita, sotto il bel titolo Eirenikon. Compare dopo opere di Francesco Bacone, Fulgenzio Micanzio, Marc'Antonio De Dominis, Francesco Pucci (…). L'ampia 'Introduzione' di Cosimo Scarcella inquadra l'opera, con chiarezza e dottrina, nel clima politico, teologico, culturale del Seicento. Mette in luce i rapporti con l'ambiente inglese, e principalmente con la Royal Society. Scarcella, che fu diretto discepolo di De Mas, e ne condivide l'ispirazione, si muove con padronanza e con senso della misura nella problematica ecumenica ed irenica; e richiama espressamente l'insegnamento di De Mas, quando indica in Andrea, Campanella, Bacone, i maestri della 'grande didattica' di Comenio. Anch'egli insiste sulle sue 'intemperanze chiliastiche', che tuttavia non vede in grado di intaccare 'la sostanza più vera del suo pensiero'. Sicuro dei suoi testi, egli illustra limpidamente le linee fondamentali del programma comeniano di rinnovamento dell'umanità attraverso la 'pansofia', e grazie ai transiti specifici della 'via della luce': i libri universali, le scuole universali, il collegio universale, la lingua universale, che sono i 'modi in cui la Sapienza, luce intellettuale degli animi, si possa finalmente diffondere con successo verso la sera del mondo, in tutte le menti degli uomini e in tutte le nazioni': come si legge nel titolo integrale dell'opera di Comenio. La traduzione di Scarcella è condotta con aderenza al testo e con finitezza di stile: accurate sono le note. Meriti tutt'altro che secondari, che mettono a disposizione dei lettori un autentico gioiello della letteratura ecumenica".
(GIULIANO MARINI, in "Bollettino di Filosofia Politica", Pisa, 1992, anno IV, numero 6-7).

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