Il Tempo, in sé fluire di momenti transeunti che vanno accolti, si apre a un "oltre" custode Eterno di valori trascendenti che vanno abitati. Vicende e realtà tendono alla suprema fusione nell'infinita Totalità, anima di ogni Speranza.

lunedì 12 settembre 2005

COSA CI FANNO GLI ESSERI VIVENTI SULLA TERRA? LA RISPOSTA CE LA RIVELA DIO O CE LA FORNISCE DARWIN?

E’ stato pubblicato il volume di Orlando Franceschelli dal titolo Dio e Darwin. Natura e uomo tra evoluzione e creazione (Donzelli Editore). L’autore, prendendo le distanze dagli estremismi sia dei naturalisti che dei creazionisti, ritiene plausibile l’ipotesi evoluzionista accanto a quella di un Dio che interagisce con le leggi dell’evoluzione. Vuole, quindi, lasciare aperta la porta per un dialogo tra scienza e religione, e tentare di eliminare il pericolo di una scienza presuntuosa e smaniosa di onnipotenza, da una parte, e di una religione intollerante che trasforma le credenze religiose in strumento di potere.

E’ inutile, però, illudersi! I termini del dialogo tra scienza e religione sono uniti tra loro da ponti molto sottili. Veramente molto sottili, soprattutto quando non vertono su problemi “forti” (quali la finalità del mondo, il fine della vita, i concetti di vita e di morte, l’essenza e l’esistenza dell’uomo), ma debbono misurarsi su terreni poco esplorati, anche se fertilissimi, delle scienze fisiche e biologiche in generale (quali il creazionismo e l’evoluzionismo) e neurologiche in particolare (il rapporto, ad esempio, tra cervello e mente). Questo “sottile” dialogo dà vita, a volte a collaborazione e a nuovi filoni di confronto, a volte (più frequenti) a polemiche inconcludenti, quando non oziose.

Non c’è da meravigliarsi. Il dialogo fra scienza e religione è bello e interessante, ma si realizza tra persone che hanno un approccio alla conoscenza molto diverso. E’ un dialogo veramente interessante! Basta non fare finta di avere molti terreni in comune. Oggi è un’abitudine, per motivi intellettuali, intendersela sempre e comunque con esponenti religiosi, che possiedono e propongono le loro idee, che sono sicuramente nobilissime.
Il problema è che, per le religioni, la divergenza con il metodo scientifico sta nell’approccio. La divergenza, quindi, sta a monte. Tutte le scienze postulano e accettano solo la precisione delle misure e il rigore del linguaggio; tutte le religioni, invece, fanno dell’ambiguità del linguaggio il loro punto di forza e la loro stessa ragion d’essere.

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