Il Tempo, in sé fluire di momenti transeunti che vanno accolti, si apre a un "oltre" custode Eterno di valori trascendenti che vanno abitati. Vicende e realtà tendono alla suprema fusione nell'infinita Totalità, anima di ogni Speranza.

martedì 1 gennaio 1980

Condorçet. Dottrine politiche e sociali


Milella Editore 1980, pp. 312
“Ce petit livre ne doit pas se comparer à celui que K. Baker a publié six ans (Condorçet. From natural Philosophy to Social Mathematics, Chicago, 1975) ; il se présente plutôt comme un essai destiné à introduire le public italien à la connaissance de la pensée politique et sociale de Condorçet. C’est la raison sans doute pour laquelle on y parle de la doctrine politique constitutionnelle et de la doctrine politico-sociale de Condorçet sans trop s’attacher à sa mathématique sociale ou à sa conception de l’éducation. C’est à dire che l’Auteur s’intéresse davantage aux aspects modernes de cette pensée et que son livre, qui comble heuresemente une lacune est une invitation à la lecture"
(CHARLES PORSET, in " Dix-huitième Siècle ", Revue annuelle, Paris, 1981)
“Lo Scarcella dimostra che l’evoluzione graduale del pensiero sociale e politico e degli atteggiamenti del Condorçet non violano la sua coerenza di fondo. Tutto l’insieme delle progettazioni del Condorçet, osserva Scarcella, ‘è continuamente animato dalla fiducia di instaurare una vita umana sempre più degna dei suoi valori e delle sue finalità. La conciliazione tra governo diretto e governo indiretto non può essere considerata un semplice compromesso (…). E’ una conciliazione che si fonda non solo e non tanto sulla capacità eclettica della mente filosofica del filosofo, ma anche e soprattutto sulla sua ricca interiorità umana’. …A spiegare il fraintendimento condorcettiano della verità religiosa ci sembra pertinente un’osservazione dello Scarcella per il quale ‘Condorçet, compiendo alcune confusioni su problemi di delicato interesse teorico, identifica la verità religiosa con la sua realizzazione pratica, e soprattutto con gli uomini, esseri umani anch’essi perfettibili ma non perfetti, a cui è affidata la concreta realizzazione della verità religiosa’”.

(SANTE ALBERGHI, in "Filosofia", Torino, luglio 1981- fasc. III, anno XXXII)
“E’ giusto mettere oggi in rilievo l’importanza di Condorçet come pensatore e uomo politico, importanza spesso trascurata e a torto offuscata dalla maggiore celebrità accordata, in molti manuali e monografie, a Voltaire e a Turgot: in questo senso si muove il recente lavoro di Cosimo Scarcella che, insieme con quello critico di Gianni M. Pozzo (Condorçet tra illuminismo e positivismo, Verona 1980), sembra costituire una ripresa di studi condorcetiani, a venticinque anni di distanza dall’ultima monografia italiana sull’argomento (A. Cento, Condorçet e l’idea di progresso, Firenze 1956)…. Tutti questi aspetti dell’opera del Condorçet, visti come anticipatori di quella che oggi è detta genericamente ‘scienza sociale’, sono trattati estesamente nel libro di Scarcella, con l’ausilio di una notevole documentazione: ci auguriamo che esso possa stimolare una efficace ripresa di studi su questo filosofo, al quale onestà, coerenza ed equilibrio non fecero mai difetto, neppure poco prima della morte, quando, con incrollabile fiducia illuministica, terminò l’Esquiesse preconizzando i progressi futuri dello spirito umano. Mi sembra giusto concludere, con le parole di Scarcella, che ‘Condorçet … rimane … il filosofo dell’umanità ed il militante per il suo progresso e il suo perfezionamento’”.

(PAOLO BANFI, in "Sapienza", Napoli, aprile 1982).